sabato 23 febbraio 2008

Le aspettative deluse

Le nostre aspettative erano alte ma purtroppo sono state disilluse. Mi limiterò a dire, come i tantissimi giovani che sono entrati a far parte del mondo del lavoro negli ultimi anni vorrebbero il Sindacato ed in particolare la Cgil, che fino a pochi anni fa era la protagonista assoluta del mondo politico-sindacale mentre ultimamente non solo ha fatto da stampella a questo governo caduto ironia della sorte non per i problemi seri che hanno investito questa società ma per le nefandezze di Mastella ma diventata pure l’ombra della Cisl che è presente su tutti i mass media e si fa (per dire) portatrice della parola dei lavoratori.I “giovani” vogliono un sindacato forte che non si pieghi alle richieste di Confindustria, che agisca autonomamente ascoltando soltanto le grida di aiuto,che da ormai tanto tempo vengono ignorate da . questa dirigenza sindacale. I giovani e non solo quelli non vogliono che si metta in discussione il Contratto Nazionale Collettivo ma chiedo che si rafforzi introducendo sanzioni nel momento in cui lo stesso non venga rispettato, non vogliono che si porti il CCNL ad un rinnovo triennale unificando così la parte salariale e normativa, svuotandolo di fatto dei contenuti, ricordando a tutti che i nostri contratti nazionali vengono già rinnovati con un ritardo di con 14,3 mesi (dati Istat).Ci dicono che CCNL andrebbe, inoltre, qualificato sui temi del welfare contrattuale, rafforzandone così la natura di strumento solidaristico universale. La bilateralità, in particolare, offre una serie di strumenti, già in buona parte “al servizio” della contrattazione, e grazie ad un’azione di potenziamento può dare risposte importanti ed immediate. Queste sono belle parole. Gli ultimi due contratti nazionali della Distribuzione Cooperativa sostengono che vanno istituiti gli enti bilaterali, ma ciò non è ancora stato fatto, e l’ultimo contratto è scaduto da più di un anno: quindi sono 9 anni che sulla carta c’è l’’istituzione dell’Ente Bilaterale, ma nei fatti nel secondo livello di contrattazione questo non si riesce a fare.Mentre sempre per quanto riguarda il secondo livello di contrattazione si dice di legare quote di salario alla redditività di impresa e si richiede trasparenza su tutte le partite economico/finanziarie, migliorando la tempistica e la qualità dei processi di informazione e consultazione (assetti societari, situazioni debitorie e finanziarie), ma ricordo quanto sia difficile ottenere dalle aziende i dati economico / finanziari, per non parlare dei dati di bilancio”. (a volte purtroppo anche falsificati). Ricordo inoltre l’enorme difficoltà nel rinnovare i contratti integrativi nelle medie e grandi imprese e sapendo già in partenza che tutte le piccole realtà di fatto ne rimarranno fuori.Non parliamo poi del contratto territoriale che per quanto ci riguarda (settore commercio) è fermo ormai da più di 10 anni.Visti i tanti presupposti negativi si richiede val nostro sindacato, che non peggiori ulteriormente la situazione come ha fatto con la riforma sulle pensioni, l’accordo era l’ abolizione dello scalone e ci siamo trovati gli scalini,le finestre in uscita e per giunta applicate anche sulle pensioni di vecchiaia,neanche Maroni si era spinto tanto. Tutti i lavoratori a partire dai giovani si aspettano la lotta alla precarietà sociale,culturale e del lavoro, un rilancio dell’ iniziativa politica sui diritti a partire come si era detto all’abrogazione della mitica legge 30. Questa flessibilità ormai tutti hanno capito che, crea sottomissione al padrone e per riappropriarci della nostra libertà sui posti di lavoro bisogna ritornare alla gestione del tempo e degli orari di lavoro. Dobbiamo riparlare di contratti Europei come strumento per unire condizioni di lavoro e diritti garantendo gli stessi diritti a tutti i lavoratori impiegati nella stessa impresa con sede in luoghi diversi. Per finire ho letto nel documento dell’ assemblea d’organizzazione della Cgil del Trentino alla voce comunicazione che si deve operare una ricognizione rispetto alle esigenze delle singole Categorie di dotarsi autonomamente di propri siti web, supportandole attraverso l’Ufficio stampa confederale, la fase di realizzazione.Non vorrei che questo significasse censurare i siti delle Categorie che secondo Mamma Cgil non rispettino la linea di maggioranza, anche perché il termine ricognizione vuole dire: accertamento di identità di persone o cose, ispezione,sopralluogo, fino ad arrivare ad attività di accertamento, perlustrazione e gravissimo il termine Controllo.Sarebbe preoccupante e lesivo della libertà di pensiero.

Swetlana Tenuta - Direttivo Cgil del Trentino.

Trento, 22 febbraio 2008

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