Nella giornata di lunedì la Whirlpool ha proposto ai sindacati una paginetta che avrebbe dovuto contenere le linee guida del nuovo piano industriale per il sito di Trento.
Dalla sua lettura emerge un sorta di strisciante disimpegno del gruppo, sullo stabilimento di Trento che va pari passo con il calare delle iniziative di lotta e dell’attenzione da parte della pubblica opinione. Sembra strano ma in tutti gli incontri ,alle domande incalzanti dei sindacati, il gruppo dirigente aziendale ha sempre risposto rinviando il tutto ai successivi incontri o trincerandosi dietro il segreto industriale. Esagerazioni non credo, visto che come lavoratori abbiamo appreso dalla stampa sia la vendita dello stabilimento, del suo acquisto da parte della PAT e per ultimo che una parte di terreno è comunque rimasta al signor Pisetta, come risarcimento.
Ma lascia molte riserve anche quanto esposto negli incontri sia per quanto riguarda il merito, sia per quanto concerne le quantità degli investimenti proposto all’interno del paino industriale. Abbiamo gridato durante le manifestazioni che i soldi dello stabilimento dovevano essere reinvestiti a Trento e che, il piano, doveva indicare chiaramente su quali piattaforme produttive il gruppo Whirlpool intendeva rilanciare la produzione di Trento.
Tutto sembra limitarsi a circa 10 milioni di investimenti nei prossimi due anni (qualche milione in più di quanto inserito nell’accordo di gruppo della scorsa primavera) e quindi ben lontano dal un piano industriale che assomigli …… ad un piano industriale, e da una scelta politica di reinvestimento di quanto totalizzato dalla vendita dello stabile. Inoltre nessun impegno viene preso sul versante delle garanzie occupazionali e questo, è causa di forte apprensione fra i lavoratori e il sindacato non lo può ignorare.
Quello che preoccupa maggiormente è però l’assenza di un piano produttivo che indichi su quali piattaforme produttive Trento, dovrebbe puntare e diventare centro di eccellenza di prodotti innovativi e capaci di aggredire la concorrenza sul versante della tecnologia e dell’alta gamma.
Ho sempre ritenuto che la Whirlpool resterà in Trentino, non tanto se proprietaria dei muri, ma solo se Trento sarà in grado lavorare prodotti ad alto valore aggiunto e con nuova tecnologia incorporata nel prodotto. Stando a quanto scritto nella “paginetta” consegnata al sindacato non c’è traccia di queste questioni e il tutto viene scaricato sulla lean manufacturing, sull’aumento di produttività, della qualità e sulla riduzione dell’assenteismo.
Quindi non siamo davanti ad un piano industriale credibile e all’altezza della sfida, ma alla lista di impegni che ancora una volta,fa perno sull’olio di gomito e sull’intensificazione della prestazione lavorativa. Vedo sono solo impegni sempre più generici ed aleatori che, nel silenzio di molti, rischiano di condannare la Whirlpool di Trento ad una lenta, ma inesorabile agonia. Una scelta che non ci può sicuramente soddisfare e che richiede l’apertura di una vertenzialità capace di costringere la Whirlpool ad una scelta di investimenti innovativi nel sito di Trento.
Dopo la fase dell’acquisto ci aspetta la fase del rilancio dello stabilimento che deve essere obiettivo di tutti e non solo di quanti in Whirlpool vi lavorano e quindi il confronto con la Direzione del gruppo va rilanciato su basi diverse e più incisive.
Dalla sua lettura emerge un sorta di strisciante disimpegno del gruppo, sullo stabilimento di Trento che va pari passo con il calare delle iniziative di lotta e dell’attenzione da parte della pubblica opinione. Sembra strano ma in tutti gli incontri ,alle domande incalzanti dei sindacati, il gruppo dirigente aziendale ha sempre risposto rinviando il tutto ai successivi incontri o trincerandosi dietro il segreto industriale. Esagerazioni non credo, visto che come lavoratori abbiamo appreso dalla stampa sia la vendita dello stabilimento, del suo acquisto da parte della PAT e per ultimo che una parte di terreno è comunque rimasta al signor Pisetta, come risarcimento.
Ma lascia molte riserve anche quanto esposto negli incontri sia per quanto riguarda il merito, sia per quanto concerne le quantità degli investimenti proposto all’interno del paino industriale. Abbiamo gridato durante le manifestazioni che i soldi dello stabilimento dovevano essere reinvestiti a Trento e che, il piano, doveva indicare chiaramente su quali piattaforme produttive il gruppo Whirlpool intendeva rilanciare la produzione di Trento.
Tutto sembra limitarsi a circa 10 milioni di investimenti nei prossimi due anni (qualche milione in più di quanto inserito nell’accordo di gruppo della scorsa primavera) e quindi ben lontano dal un piano industriale che assomigli …… ad un piano industriale, e da una scelta politica di reinvestimento di quanto totalizzato dalla vendita dello stabile. Inoltre nessun impegno viene preso sul versante delle garanzie occupazionali e questo, è causa di forte apprensione fra i lavoratori e il sindacato non lo può ignorare.
Quello che preoccupa maggiormente è però l’assenza di un piano produttivo che indichi su quali piattaforme produttive Trento, dovrebbe puntare e diventare centro di eccellenza di prodotti innovativi e capaci di aggredire la concorrenza sul versante della tecnologia e dell’alta gamma.
Ho sempre ritenuto che la Whirlpool resterà in Trentino, non tanto se proprietaria dei muri, ma solo se Trento sarà in grado lavorare prodotti ad alto valore aggiunto e con nuova tecnologia incorporata nel prodotto. Stando a quanto scritto nella “paginetta” consegnata al sindacato non c’è traccia di queste questioni e il tutto viene scaricato sulla lean manufacturing, sull’aumento di produttività, della qualità e sulla riduzione dell’assenteismo.
Quindi non siamo davanti ad un piano industriale credibile e all’altezza della sfida, ma alla lista di impegni che ancora una volta,fa perno sull’olio di gomito e sull’intensificazione della prestazione lavorativa. Vedo sono solo impegni sempre più generici ed aleatori che, nel silenzio di molti, rischiano di condannare la Whirlpool di Trento ad una lenta, ma inesorabile agonia. Una scelta che non ci può sicuramente soddisfare e che richiede l’apertura di una vertenzialità capace di costringere la Whirlpool ad una scelta di investimenti innovativi nel sito di Trento.
Dopo la fase dell’acquisto ci aspetta la fase del rilancio dello stabilimento che deve essere obiettivo di tutti e non solo di quanti in Whirlpool vi lavorano e quindi il confronto con la Direzione del gruppo va rilanciato su basi diverse e più incisive.
Monica Postal
Trento, 31 ottobre ’07
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