Nel suo Direttivo provinciale, stando ai resoconti della stampa locale, Voltolini sostiene la necessità di avere due piani industriali e questo lascia alquanto perplessi non solo i lavoratori, ma anche gli altri soggetti chiamati a confrontarsi con questo, per noi trentini, inedito programma industriale messo in campo da Whirlpool.
Ritengo importante che il dibattito su come affrontare “la vicenda Whirlpool” continui e quindi cercherò di dare il mio piccolo contributo a questa discussione. Non intendo polemizzare con quanti, esagerando, stanno dando – in modo positivo o in negativo - a questa vicenda una enorme valenza politica, come se fosse l’inizio di una nuova era industriale e/o post industriale. Una discussione se la scelta dell’acquisto da parte della PAT sia populismo o una scelta azzardata non mi appassiona in quanto non serve a noi lavoratori per capire i contorni di una scelta che direttamente cade sulle nostre spalle e sul nostro vivere quotidiano.
Credo che l’acquisto dell’immobile e del terreno da parte della PAT, sia una scelta doverosa, anche se avrei preferito fosse stata concepita come parte integrante di un piano industriale condiviso dalle parti sociali. Questo purtroppo non è stato possibile, forse perché in quel momento era prioritario, per la Giunta, rasserenare gli animi (e anche gli elettori). Questo, però non deve farci perdere di vista l’obbiettivo vero delle nostre lotte. Rivendicare, discutere e concordare un piano industriale che sappia andare oltre, non solo a quello già illustrato nel corso del 2007 a Cassinetta, ma anche andare oltre i sei anni in modo da permettere i necessari ammortamenti degli investimenti fatti. Nessuno si illuda, più breve è il periodo di affitto e minori saranno le risorse impegnate sul versante degli investimenti e sugli strumenti di competitività dello stabilimento di Trento.
Per questo ritengo centrale, nella discussione sull’accordo con PAT e Whirlpool, non solo definire impegni occupazionali e produttivi che vedano almeno un 6 anni + altri 6 anni, ma un piano che abbia al centro nuovi prodotti competitivi sulla gamma alta del mercato e le politiche di marketing a livello Europa.
Certo, servono anche investimenti sul processo e sull’organizzazione del lavoro e della filiera produttiva che sappiano unificare, attorno al sito di Trento, l’intero ciclo di lavorazione del prodotto. Questa è il vero terreno sul quale sfidare la Direzione Whirlpool e chiedere che la PAT svolga il suo ruolo di competenza e non solo di semplice coordinatore e/o mediatore fra le diverse esigenze oggi presenti su quell’area.
Per questo la nostra pressione nei confronti della Direzione, ma anche del pubblico, non deve scemare ma al contrario deve farsi attenta e scrupolosa. Importante è anche la scelta del cambio della Direzione a Trento, Forse sarebbe opportuno che Comerio osasse di più, in quanto la credibilità del piano dipende, dai prodotti, dagli investimenti ma, io credo, anche dai soggetti chiamati a darne concreta attuazione.
Monica Postal RSU FIOM Whirlpool di Trento
Trento, 26 settembre ’07
Ritengo importante che il dibattito su come affrontare “la vicenda Whirlpool” continui e quindi cercherò di dare il mio piccolo contributo a questa discussione. Non intendo polemizzare con quanti, esagerando, stanno dando – in modo positivo o in negativo - a questa vicenda una enorme valenza politica, come se fosse l’inizio di una nuova era industriale e/o post industriale. Una discussione se la scelta dell’acquisto da parte della PAT sia populismo o una scelta azzardata non mi appassiona in quanto non serve a noi lavoratori per capire i contorni di una scelta che direttamente cade sulle nostre spalle e sul nostro vivere quotidiano.
Credo che l’acquisto dell’immobile e del terreno da parte della PAT, sia una scelta doverosa, anche se avrei preferito fosse stata concepita come parte integrante di un piano industriale condiviso dalle parti sociali. Questo purtroppo non è stato possibile, forse perché in quel momento era prioritario, per la Giunta, rasserenare gli animi (e anche gli elettori). Questo, però non deve farci perdere di vista l’obbiettivo vero delle nostre lotte. Rivendicare, discutere e concordare un piano industriale che sappia andare oltre, non solo a quello già illustrato nel corso del 2007 a Cassinetta, ma anche andare oltre i sei anni in modo da permettere i necessari ammortamenti degli investimenti fatti. Nessuno si illuda, più breve è il periodo di affitto e minori saranno le risorse impegnate sul versante degli investimenti e sugli strumenti di competitività dello stabilimento di Trento.
Per questo ritengo centrale, nella discussione sull’accordo con PAT e Whirlpool, non solo definire impegni occupazionali e produttivi che vedano almeno un 6 anni + altri 6 anni, ma un piano che abbia al centro nuovi prodotti competitivi sulla gamma alta del mercato e le politiche di marketing a livello Europa.
Certo, servono anche investimenti sul processo e sull’organizzazione del lavoro e della filiera produttiva che sappiano unificare, attorno al sito di Trento, l’intero ciclo di lavorazione del prodotto. Questa è il vero terreno sul quale sfidare la Direzione Whirlpool e chiedere che la PAT svolga il suo ruolo di competenza e non solo di semplice coordinatore e/o mediatore fra le diverse esigenze oggi presenti su quell’area.
Per questo la nostra pressione nei confronti della Direzione, ma anche del pubblico, non deve scemare ma al contrario deve farsi attenta e scrupolosa. Importante è anche la scelta del cambio della Direzione a Trento, Forse sarebbe opportuno che Comerio osasse di più, in quanto la credibilità del piano dipende, dai prodotti, dagli investimenti ma, io credo, anche dai soggetti chiamati a darne concreta attuazione.
Monica Postal RSU FIOM Whirlpool di Trento
Trento, 26 settembre ’07
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